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18/07/2013

B1 Prefazione alla prima edizione

Monsignor Vincenzo de Gregorio, Preside del Pontificio Istituto di Musica Sacra a Roma, ha scritto la prefazione per la prima traduzione italiana di: Cellulari sacri. L'uso della tastiera nel tardo Medioevo:

Prefazione

Aurelio Belz presenta con questo saggio un’opera culturale e storica unica nel suo genere. Il suo lavoro è dedicato a un dispositivo meccanico, la tastiera, che ha esercitato e continua a esercitare un’influenza enorme sullo sviluppo della civiltà. E, considerato che quest’influenza è di natura sia tecnica che artistica e politica, è inevitabile che l’approccio sia pluridisciplinare. L’autore riesce non solo a fare nuove scoperte con dovizia di dettagli, ma a ricostruire anche un quadro completo della Storia dell’Arte proprio grazie a ognuno di questi dettagli. Si comprende il presente soltanto alla luce del suo sviluppo storico. Questo vale per la natura, per la politica e l’arte in egual misura. Lo studio comincia da alcuni disegni eseguiti intorno al 1440, che sono prova di come l’uomo abbia tentato di accedere ai dati con mezzi tecnici e meccanici. Questa sperimentazione fu realizzata inizialmente nell’ambito degli strumenti musicali. I disegni di Henri Arnaut de Zwolle, punto di partenza dell’analisi dell’autore, rappresentano il documento più antico a noi pervenuto. Sono la prova del desiderio di fruire di un sistema musicale complesso ricorrendo a una tastiera. Lo scenario geografico e storico sullo sfondo ci porta nel cuore dell’Europa, nella Borgogna del XV secolo, nel regno di Filippo il Buono. Alla sua corte, che oggi sarebbe giustamente definita un center of excellence, fiorirono le arti e le scienze in un modo straordinario e ineguagliabile per quell’epoca. E non a caso in quella corte furono insigniti dell’Ordine del Vello d’oro gli aristocratici che avevano offerto un contributo alla cultura in generale e come anche alla cultura politica. Con i disegni l’autore ci conduce in un viaggio che merita tutta la nostra attenzione. Inizia con l’analisi della summenzionata costruzione, di cui scopriamo passo dopo passo i riferimenti legati al simbolismo numerico. Nell’organologia è molto nota la numerologia pitagorica, tanto quanto la sequenza Fibonacci. Tuttavia, Belz porta alla luce soprattutto il chiaro riferimento alla simbologia cristiana dei numeri, che trova espressione sia nelle proporzioni dello strumento, sia negli elementi decorativi, collocando questo simbolismo nel contesto storico e culturale del tempo. Ritroviamo questo simbolismo negli usi e costumi di allora, nelle costruzioni delle cattedrali e nella composizione del famoso Polittico di Gand dei famosi fratelli Hubert e Jan van Eyck. L’immaterialità della luce e del suono sono parabola dell’esistenza immateriale di Dio, il quale, se è vero che non può essere toccato con le mani, è fuori discussione che esista. Questo è il messaggio di dette opere d’arte. Belz, adottando una chiave di lettura contemporanea, arriva a delle conclusioni: in primo luogo, nell’uso simultaneo di forme d’arte visive e sonore, in un unico messaggio artistico, riconosce la multimedialità, poi considera il loro fine ultimo - il contatto con Dio per mezzo dei tasti – e, ricorrendo a una definizione propria del tempo presente, li chiama “cellulari sacri”. Per dare forza e alla sua tesi, l’autore fa riferimento anche a un altro strumento, il clavicytherium nel Royal College of Music di Londra. Si tratta del più antico strumento a tastiera e corde del mondo. Anche qui l’autore riesce a restituire a questo importante patrimonio della cultura una parte significativa della sua storia, a lungo dimenticata, grazie alle conoscenze e categorie analitiche del liutaio e dello storico dell’arte. La sola analisi dei due strumenti, che costituisce l’apertura di questo studio, porta a risultati fondamentali nel campo dell’organologia. L’autore dedica poi un capitolo a parte alla tastiera. La studia collocandola nel processo di sviluppo del sistema tonale occidentale e ritrova così l’identico riferimento al simbolismo numerico. Situa poi il sistema tonale stesso nel contesto culturale e storico e arriva inaspettatamente a una macropospettiva: il sistema tonale e il calcolo del tempo, l’ordine del cosmo nello zodiaco, nel corso dell’anno, del giorno e della vita, i sacramenti, i giorni di festa cristiani, il fiore della passione come simbolo della creazione, la proporzione e l’armonia: tutto questo, in Occidente, è integrato in egual misura nella visione cristiana del mondo. Non c’è dubbio che la società dell’epoca di Arnaut fosse una “Societas Christiana”, aperta al simbolismo dei numeri in un modo che oggi non possiamo comprendere. Uno storico dell’arte ha raramente a che fare con un quadro di tali dimensioni. Lo sviluppo delle scienze ha prodotto cambiamenti storicamente significativi, in cui le tastiere della macchina da scrivere, il telegrafo e la calcolatrice hanno avuto un ruolo importante. Le testimonianze storiche, come ad es. il Cembalo Scrivano, il piano aritmometro o il telegrafo di George Phelps con la tastiera d’ebano e avorio, sono prova della relazione che le tastiere hanno tra di loro, le cui diverse funzioni sono riunificate, all- in-one, nella keyboard del computer. Il termine “globalizzazione” sarebbe impensabile senza il potenziale dei tasti, il cui lungo percorso di sviluppo, a cominciare dall’antico organo idraulico, è descritto per la prima volta nel presente studio. Poiché si tratta di un lavoro scientifico e non teologico, alla fine ci sono due visioni del mondo che si confrontano - quella della religione e quella della scienza - e si verifica un’unione interessante sulla base dell’apprezzamento per lo spirituale, si arriva a tenere in considerazione, uniti, i diversi tipi di pensiero, siano essi a connessione casuale o analogica, cioè in forma di parabola, fino a giungere a un’unificazione in virtù dell’indispensabile riconoscimento e apprezzamento di coloro che pensano in modo diverso. Il presente saggio ha qualcosa che è proprio dei libri d’insegnamento. Abbraccia la Storia dell’Arte, della Musica e della Tecnica europee e i fondamenti per una comprensione democratica globale. Dal punto di vista religioso, la tastiera è semplicemente uno degli strumenti che aiutano l’uomo ad allenare la mente “vehementia assiduae exercitationis” (attraverso allenamento intenso e continuo), e che gli consentono di arrivare alla virtù attraverso l’influenza divina “virtus cujusdam celestis influxus”, secondo la formulazione di John Tinctoris (1435-1511) nel prologo del suo Liber de arte Contrapuncti.