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Il prossimo progetto nell'elenco delle priorità - un clavicembalo dipinto del 1608 - è presentato nella presentazione video XX: "Aventura della ricerca - sguardo in lavori in corso". Appare anche nel contributo video IV: "Dal cantastorie al film sonoro". Secondo l'autore, l'invenzione pittorica risale alla regina Cristina di Svezia, che fece ridipingere un clavicembalo rubato a Praga. Il video XVIII "Dal giardino dell'Eden all'Arcadia" supporta questa ipotesi. Di conseguenza, nello strato inferiore di pittura ci si poteva aspettare un dipinto che poteva ancora essere visto fino al 1650 ed era destinato alla corte imperiale o ai suoi immediati dintorni.

La possibilità di assegnazione a clienti specifici è estremamente rara e nel caso di specie è già chiaro quale valore abbia in organologia la ricerca scientifica artistica. Non solo si potrebbe trovare il libretto d'opera su cui si basa l'invenzione pittorica: la scelta consapevole della scena e le deviazioni dal testo originale rivelano l'identità e le preferenze del committente.

Con la radiografia la situazione della fonte si espanderà nuovamente e ci sarà un nuovo compito nell'individuare il pittore dello strato pittorico inferiore, che può essere ottenuto con l'ausilio di disegni preliminari o dipinti comparativi, anche se la condizione è frammentaria - soprattutto perché non c'erano artisti insignificanti attivi per la corte imperiale. Il motivo in quanto tale consentirà proprie dichiarazioni. Dopo che anche il pannello frontale è stato ridipinto, non sorprende il ritrovamento di uno stemma.

Se l'ipotesi di lavoro presentata può essere verificata da un esame a raggi X, la storia dello strumento, che Andreas Ruckers ha realizzato ad Anversa, potrebbe essere ricostruita quasi completamente: da lì è iniziata un'avventura degna di un film, se non altro perché sopravvissuto illeso i 30 anni di guerra - e tra l'altro comporterebbe l'alta probabilità che Alessandro Scarlatti ci abbia giocato a Villa Riario a Roma al cospetto della Regina.

La storia più recente dello strumento - compresa la conversione in fortepiano e la recostruzione in clavicembalo - e il fatto che sia sopravvissuto alle due guerre mondiali nell'isola di Brownsea è ben noto. Ora si trova nella Collezione Russell di Edimburgo.

I miei ringraziamenti speciali vanno ai curatori, John Barnes e Grant O'Brien per l'opportunità di intraprendere un'analisi approfondita del dipinto come parte di un tirocinio.